Le prime bustine in Francia, Belgio, Olanda, vennero create nel 1914 e a differenza di oggi, non erano sigillate, ma avevano una linguetta nella parte superiore e venivano riempite di zucchero dai commercianti al momento della vendita. Nel 1930, in Germania, cominciarono a confezionare lo zucchero in piccole piramidi di cartone, per usarlo occorreva strapparne la punta e così poi veniva versato in piccolissime dosi nelle bevande. Lo zucchero si trova confezionato anche in zollette la prima produzione avvenne a Dačice, Rep. Ceca nel 1843, dopodiché si cominciò a produrle anche in Francia e Belgio
Con la guerra del 1915 fa la sua apparizione un altro genere di bustina avente lo scopo di razionare lo zucchero. Si trattava, infatti, di razioni mensili da 750gr, 500gr e 250gr per persona. Tra il 21 febbraio 1917 e il 12 gennaio 1918 alcuni ristoranti fanno fabbricare delle bustine di zucchero in polvere con la scritta ” ne gaspillez pas le sucre ” (NON SCIUPATE LO ZUCCHERO” e ” ration pour une tasse ” (RAZIONI PER UNA TAZZA”. I primi collezionisti di bustine di zucchero nascono in Francia attorno al 1950 dove esiste anche il club dei collezionisti più antico del mondo, successivamente questo tipo collezione si sviluppa in Germania e nei Paesi Bassi. In Italia, dove la bustina di zucchero ha iniziato a circolare dopo la fine del secondo conflitto mondiale, i primi collezionisti sono apparsi attorno al 1968.
Negli anni, le bustine sono diventate oggetti da collezione: ci sono bustine che riproducono bandiere e cartine geografiche, armature medioevali e giochi. Una serie completa può valere fino a qualche centinaio di euro. La bustina di zucchero si può collezionare sia piena che vuota e il suo valore è ininfluente. Le prime serie sono state prodotte nel 1960 dalla ditta Eridania con immagini di fiori, farfalle, auto, generalmente in numero di 8-10 differenti. Le bustine possono distinguersi per: casa produttrice, luogo o locale pubblicizzato, dimensione, forma o serie di appartenenza. Una bustina può contenere zucchero di barbabietola, fruttosio oppure di canna e contiene all’incirca dai 3 ai 5 gr. di prodotto. La collezione non si limita alle bustine piene (i cui”praticanti” sono detti «glicofili») ma anche a quelle vuote (raccolte dai «periglicofili»).
È ancora abbastanza impreciso determinare un prezzo a questa collezione, una bustina che reca la pubblicità di un locale non ha praticamente nessuna importanza a meno che il locale abbia cessato l’attività o fosse particolarmente rinomato, assume invece un certo rilievo la bustina che reca stampata una data o ricorda un particolare evento (raduno alpini, bersaglieri, feste patronali paesane, ecc. in questo caso il suo valore sarà di circa 10 centesimi. Aumenta l’interesse e il costo di una serie completa prodotta con tematiche inerenti la flora, la fauna, la musica, personaggi famosi, ecc. in questo caso ogni pezzo viene valutato 25 centesimi. Le serie tematiche possono raggiungere anche 150-200 pezzi tutti differenti. Il valore maggiore lo si ha con le bustine antiche stampate intorno al 1940/60 una bustina di quegli anni vale 50 euro, una serie completa di quel periodo, viene valutata sui 250 euro. La serie più ricercata e ormai introvabile è la famosa Lorenzo Lotto 10 bustine prodotte in formati differenti in serie limitata nel 1998 per celebrare la mostra che si è tenuta a Bergamo sulle opere del celebre ritrattista (valore 350€). Negli ultimi anni, le ditte hanno prodotto bustine di forme particolari (a cuore, a forma di tazza, rotonde, triangolari). Molto utili per aumentare la propria collezione e confrontarsi sulle nuove uscite sono le giornate di scambio nazionali ed internazionali che si svolgono in Italia, Francia, Germania, Portogallo, Olanda . Uno dei più famosi nel mondo è lo Sweet Sugar World che si svolge a Pieve di Cento Bologna con 150 espositori di 14 nazioni diverse, e con migliaia di visitatori