Terrariofilia

La terrariofilia è un hobby che consiste nella pianificazione, la configurazione e la manutenzione di un terrario abitato da animali (di solito, rettilianfibi e artropodi). Dando un significato più ampio, si può dire che la terrariofilia è un hobby che consiste nel tenere animali terrestri o semi-acquatici in condizioni che tentano di simularne lo stile di vita e controllare i parametri di queste condizioni in un terrario. Gli appassionati di terrariofilia sono chiamati terrariofili.

 Origini

Non è chiaramente conosciuta l’origine di questa pratica, né chi sono stati i primi a interessarsi al mantenimento e osservazione di animali in terrari, anche se probabilmente è antica di diversi secoli. Gli scritti di Erodoto risalenti intorno al V secolo a.C., in si cui racconta di come i coccodrilli del Nilo venissero adorati, curati e nutriti in vasche nei templi egiziani; questa è molto probabilmente la più antica testimonianza scritta riguardante la cura di rettili in ambienti artificiali. Si possono citare in tal proposito anche i tentativi di tenere animali in condizioni ambientali controllate nelle collezioni zoologiche private di re e aristocratici del Settecento; purtroppo al tempo la terrariofilia ebbe poco o nessun successo, condannando così tutti gli esemplari allevati ad una morte precoce. Ciò era dovuto al rudimentale (o spesso nullo) riscaldamento, ai metodi di illuminazione utilizzati, l’ignoranza riguardo alle esigenze di queste specie, spesso completamente nuove e sconosciute al mondo occidentale del tempo.

Nonostante la terrariofilia si sia sviluppata enormemente dalla fine del ventesimo secolo, non si può nemmeno accennare al fatto che possa trattarsi di una disciplina scientifica, come nel caso dell’acquariologia (ramo scientifico dell’acquariofilia). Oggigiorno i progressi nella costruzione di sistemi di terrari, illuminazione, controllo di temperatura ed umidità ed i progressi nella veterinaria di animali esotici sono stati i principali fattori a favorire il mantenimento e la riproduzione di molte specie in cattività, favorendo lo sviluppo della terrariofilia come disciplina scientifica. Tuttavia va notato che l’ignoranza sulla biologia e sullo stile di vita di molte specie (di cui molte comunemente disponibili nei negozi del settore) rappresenta ancora un grave handicap; informarsi accuratamente di tutto ciò che comporta l’allevamento di queste creature e di come riprodurre al meglio il loro ambiente prima di addentrarsi in questo mondo è quindi di fondamentale importanza.

Traffico Illegale di Specie

Il commercio illegale di specie selvatiche è uno tra i business più redditizi in tutto il mondo, preceduto solo dal traffico di droga e di armi. Normalmente questi esemplari sono destinati ad essere venduti come animali domestici o da esposizione. Vengono comprati in origine a prezzi stracciati, ma il loro valore è destinato ad aumentare anche in modo esorbitante passando da venditori ed acquirenti. Spesso le importazioni, anche legali, di animali selvatici catturati diventano veri movimenti di massa di animali. Di solito questi vengono trasportati senza essere in nessun modo controllati da alcuna agenzia governativa e spesso in modi palesemente crudeli: non solo lo spazio è spesso ridotto e le condizioni inadatte, ma anche cibo e acqua scarsi o mancanti, nonostante debbano percorrere distanze anche lunghissime per raggiungere la loro destinazione. Al termine del viaggio si stima che circa l’80% di questi animali non sopravviva, e anche tra i sopravvissuti la percentuale di morte prematura è elevatissima: solo il 5% dei sopravvissuti rimane in vita fino all’anno successivo dopo essere stati venduti, in quanto molti animali selvatici necessitano di un graduale e spesso problematico acclimatamento alla nuova condizione di cattività, e spesso risultano stressati e con il sistema immunitario compromesso. Tenendo conto che la gamma di specie ed il numero di animali esotici allevati regolarmente nella sola Europa è più che notevole, l’acquisto di catturoni sarebbe necessario solo nel caso di specie di fatto non disponibili sul mercato (in quanto le condizioni ideali alla riproduzione non sono ancora state pienamente comprese), o per aumentare la diversità genetica delle popolazioni in cattività. Per la protezione della fauna selvatica sono stati stabiliti accordi internazionali, come il CITES, in aggiunta alla legislazione propria di ogni paese riguardante la protezione della fauna selvatica ed il mantenimento di animali esotici.

Problematiche

Un altro dei più gravi problemi che accompagnano la terrariofilia è l’introduzione ed il successivo insediamento, casuale o volontario, di specie esotiche infestanti negli ecosistemi locali. Molto spesso, ciò è causato dalla mancanza di responsabilità ed accresciuto dalla mancanza di informazioni sulla specie esotica che si sta comprando e che alla fine, a causa delle difficoltà che si hanno nel gestirla (dovute ad esempio dalle dimensioni ragguardevoli raggiunte in età adulta, da particolari comportamenti aggressivi, ecc.) consentono la fuga dell’animale o inducono il suo proprietario a sbarazzarsi dello stesso, talvolta rilasciandolo in natura, causando la morte dell’esotico o uno sbilanciamento ecologico disastroso. A livello mondiale, le specie alloctone invasive costituiscono infatti una grave minaccia ecologica, la seconda causa di messa in pericolo e di estinzione delle specie dopo la perdita dell’habitat; un esempio particolarmente noto sono le tartarughe acquatiche del genere Trachemys che, liberate nei fiumi e negli acquitrini dell’Europa meridionale, competono e in alcuni casi portano localmente all’estinzione molte specie lacustri native. Il problema non riguarda solo rettili ed anfibi, ma in generale tutti gli animali da compagnia, e in ogni caso l’abbandono di qualsiasi animale è considerato un reato perseguibile penalmente.

L’allevamento di rettili ed artropodi non rappresenta una seria minaccia pubblica, sebbene vengano registrati diversi attacchi (alcuni dei quali mortali) da parte di rettili da compagnia ogni anno; la maggior parte di essi coinvolge grossi rettili predatori o creature velenose, ma confrontando il numero di morti e feriti gravi rispetto agli incidenti causati da animali domestici come cani e cavalli, essi risultano molto sporadici. Da un punto di vista sanitario, bisogna considerare che diverse specie di rettili ed anfibi sono potenziali portatori di salmonella, sebbene la probabilità di contrarla direttamente dall’animale si riducano quasi allo zero rispettando alcune norme igieniche (ad esempio, lavandosi le mani dopo averlo maneggiato).