Regole del gioco

Il geocaching è un’attività che si pratica in parte su internet, in parte all’aperto. Chiunque voglia parteciparvi deve, prima di tutto, avere accesso alla rete, in modo tale da potersi registrare su uno dei siti che forniscono le informazioni necessarie a questo gioco. Il più diffuso è il sito omonimo.

Gli “hider”, ossia i partecipanti al gioco che nascondono i geocache, devono pubblicare su tale sito sia le coordinate (longitudine e latitudine) in cui si trova il contenitore, rilevate accuratamente con un ricevitore GPS, sia una descrizione del luogo, il tutto accompagnato da eventuali suggerimenti. Questi sono spesso necessari in quanto la precisione del GPS difficilmente scende al di sotto del 3-4 metri ed all’errore della propria unità bisogna anche sommare quella dell’unità di chi l’ha nascosta. Per ogni cache nascosto esiste sul sito ufficiale una specifica pagina web con le caratteristiche, la descrizione, eventuali aiuti (“hint”), alcune foto o immagini, ecc. ecc.

I “seeker”, ossia gli utenti che vogliono cimentarsi nel ritrovamento dei geocache, possono accedere al sito web, acquisire le coordinate del o dei cache che intendono cercare e, dotati a loro volta di un ricevitore GPS, mettersi alla ricerca del contenitore. Una volta ritrovato, il geocacher deve seguire le semplicissime regole del gioco: riporta nel logbook il proprio ritrovamento e, qualora lo volesse, può prendere un oggetto dal contenitore, ma in quel caso deve lasciarne uno proprio. In questo modo i contenuti dei cache cambiano ad ogni visita.

Solo dopo avere trovato il tesoro è possibile riportare sulla pagina del geocache il proprio ritrovamento, cercando, se possibile, di corredarlo di foto e, magari, di altre annotazioni che possono eventualmente fornire indicazioni a chi l’ha nascosto (e magari anche a chi lo vuole cercare). Ad esempio è molto importante riportare se il contenitore non si trova in buono stato, se non è più protetto, se il logbook sta per finire o altre annotazioni. In questo modo le pagine web dedicate ai varie cache si arricchiscono anch’esse via via di commenti, foto, segnalazioni, e così via.

Ogni ritrovamento registrato, infine, contribuisce ad incrementare un contatore associato ad ogni utente, in modo da poter avere sempre sotto controllo il numero di cache rinvenuti. Indicativamente, i geocacher più appassionati del mondo hanno al loro attivo oltre il migliaio di ritrovamenti.

Geocache

Non vi sono regole sulla dimensione dei cache: se ne possono infatti trovare delle dimensioni più disparate. Quelli enormi, tipo i bidoni della vernice o anche barili, posti in caverne o deserti, quelli più normali realizzati, ad esempio, con i contenitori in plastica da frigorifero. Vi sono poi quelli molto piccoli, fatti con i porta rullini di pellicola fotografica o scatoline di chewingum o caramelle, spesso nascosti nei buchi di muri, e che possono contenere solo oggetti quali biglie o monetine e infine ci sono i cache di pochi centimetri (chiamati “nano-cache”), sovente magnetici, che contengono solo il logbook sotto forma di foglietto arrotolato, che sono i più adatti per i frequentati centri cittadini.

Non esistono limiti alla fantasia anche per quanto concerne le tecniche di camuffamento dei geocache, utilizzate con il fine di renderne difficile un eventuale ritrovamento casuale. I geocacher più appassionati dipingono o modellano i propri contenitori in modo che siano perfettamente integrati nel luogo in cui vengono nascosti.

Gli oggetti che si ritrovano nei cache sono in genere di scarso valore: portachiavi, monetine, gettoni, piccoli giochi per bimbi, gadget, qualche volta libri, cd, souvenir, e così via. Spesso è solo la dimensione del contenitore a definirne il contenuto! In alcuni casi ci sono i geocache tematici, ossia gli oggetti in esso contenuti dovrebbero seguire un tema indicato dal creatore nella pagina del cache. Il vero valore del geocaching risiede in verità nel ritrovamento del geocache, e non in quello che fisicamente vi si trova. Tuttavia talvolta i cache possono contenere un oggetto di maggiore valore o interesse, che viene in genere incluso come “premio” per il “FTF”, ossia il “First To Find”, colui che trova la scatola per primo.

Alcuni oggetti, detti Trackable, hanno un ruolo particolare: si tratta di oggetti numerati, di proprietà di un geocacher, che viaggiano di cache in cache, e i cui spostamenti devono essere riportati sul sito web. I Trackable più classici e famosi sono il Travel Bug (il “primo” nato) e il Geocoin. I Trackable hanno in genere uno scopo (ad esempio, deve raggiungere New York, essere fotografato insieme con un lama, visitare uno più paesi o luoghi precisi, ecc. ecc.), stabilito dal suo proprietario, ed ogni partecipante al gioco dovrebbe adoperarsi, per quanto possibile, per cercare di fargli completare tale missione. La seconda missione dei Trackable in genere è comunque quella di cambiare posizione più possibile: infatti ad ogni spostamento viene conteggiato il numero di chilometri percorsi, così che è sempre possibile conoscere la distanza complessiva percorsa dall’oggetto.

Quando un cache viene rubato o distrutto, si dice che è stato “vandalizzato” o gergalmente “muggled”. Infatti coloro che non praticano il geocaching vengono gergalmente chiamati babbani (in inglese, “geo-muggles” o solo “muggles”), un termine preso a prestito dalla serie di Harry Potter. Quando un utente scopre che un cache è stata rubato, spostato o vandalizzato, può riportare nella pagina del cache che viene richiesta manutenzione: in questo caso colui che l’ha nascosto viene avvertito via email, e può decidere se disattivarlo, ripararlo o sostituirlo.

I criteri con cui vengono nascoste i geocache sono lasciati sempre alla libertà ed alla fantasia di coloro che li nascondono. Tuttavia vengono in genere posti in luoghi di un certo interesse turistico, naturalistico o storico, talvolta nei posti più impensati: ad esempio, in Italia ve ne sono sul Lungo Po a Torino, al Colosseo a Roma, nei pressi della Normale di Pisa, al Castello Sforzesco di Milano oppure tra le campagne del Chianti o nell’isola di Capri. Più comunemente, vengono posti nei pressi di luoghi poco turistici ma ugualmente meritevoli di una visita, come vecchie abbazie, chiesette di campagna, rovine di antichi castelli: una filosofia di fondo del gioco, infatti, è quella di offrire ai geocacher la possibilità di visitare luoghi di minore rilevanza turistica, ma ugualmente caratteristici, sovente conosciuti soltanto dai residenti. Turismo e geocaching infatti si coniugano perfettamente, tanto da essersi creato un vero e proprio turismo parallelo guidato dal geocaching: prima di partire, è semplice stilare una lista di cache che possono essere rinvenute nei dintorni della propria meta, da visitare una volta giunti sul posto.